L’ARCHIVIO BIANCHI BANDINELLI
RANUCCIO BIANCHI BANDINELLI
Il personaggio
Ranuccio Bianchi Bandinelli è stato uno degli intellettuali di spicco del Novecento italiano. Molti dei suoi scritti hanno contribuito in modo significativo alla conoscenza dell’arte e dell’archeologia antica. La sua influenza nell’ambito accademico e culturale è stata duratura, e il suo impegno nel promuovere il dialogo e lo scambio con i giovani studiosi ha lasciato un’impronta indelebile nella comunità accademica italiana e internazionale.
Ranuccio nacque a Siena il 19 febbraio 1900 da Mario Bianchi Bandinelli dei conti Paparoni, e da Margarete Ottilia von Korn Rudelsdorf, slesiana. Morta giovanissima la madre, fu educato privatamente, sotto la guida della nonna materna per poi frequentare nel 1915 il liceo classico di Siena “F. Guicciardini” (ora “E. S. Piccolomini”). Partì nel 1917 per il servizio militare e frequentò l’Accademia di Torino, di dove uscì dopo un anno e mezzo, rifiutando il grado di ufficiale. Frequentò quindi l’università a Roma indirizzando i suoi studi verso l’archeologia classica laureandosi poi con una tesi su “Chiusi e il suo territorio“. Dopo una breve esperienza di insegnamento nel liceo senese, fu professore incaricato di archeologia e storia dell’arte greca e romana a Cagliari (1929-30); professore straordinario della stessa materia a Groninga, Olanda (1930-31); ordinario all’università di Pisa (1934-38). Nel 1938 rifiutò la direzione della Scuola archeologica italiana di Atene, resasi disponibile dopo l’allontanamento, in seguito alle leggi razziali, di Alessandro Della Seta. Passò quindi all’università di Firenze (1939-43) dalla quale si dimise durante la Repubblica di Salò; arrestato come ostaggio dai fascisti, chiese nel 1944 l’iscrizione al Partito Comunista Italiano. Reintegrato nei ruoli universitari, dopo lo spostamento del fronte oltre Firenze, riprese, sempre a Firenze, l’insegnamento universitario. Nel 1945 accettò di entrare nei ruoli amministrativi come direttore generale delle Antichità e Belle Arti, promuovendo la ricostruzione dei monumenti danneggiati dalla guerra e il recupero delle opere d’arte trafugate, fiducioso soprattutto di poter operare concretamente anche per rinnovare tutto il settore dei beni culturali e avviare una riforma delle strutture della tutela. Rifiutata la cattedra speciale offertagli all’università di Roma, rientrò nei ruoli universitari a Cagliari (1947-50); insegnò nuovamente a Firenze (1950-57) e infine a Roma (1957-64); si dimise dall’insegnamento con dieci anni di anticipo, nel novembre del 1964; anche questo gesto prese il significato di una non velata denuncia nei riguardi della situazione dell’università italiana. La sua intensa attività di ricerca scientifica, di pubblicistica, di promozione culturale e di lotte civili contro la degradazione del patrimonio artistico nazionale e, soprattutto, di fecondo scambio con i giovani, studenti e studiosi, non conobbe soste, anche dopo l’abbandono dell’insegnamento universitario. Morì a Roma il 17 gennaio 1975.
ARCHIVIO FOTOGRAFICO
La collezione fotografica
Il fondo fotografico Ranuccio Bianchi Bandinelli si compone di circa 7.800 immagini realizzate con tecniche e supporti diversi: fotografie, diapositive e negativi anche su lastra di vetro. Le immagini raffigurano per lo più soggetti archeologici, come manufatti di arte etrusca, collezione del Museo archeologico di Chiusi, monumenti danneggiati dalla guerra, e sono in parte eseguite da Alinari e dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma. Sono rappresentati anche soggetti privati: immagini della Villa di Geggiano e del Pavone; membri della famiglia tra la fine dell’Ottocento e i primi anni Trenta del Novecento. Il fondo comprende anche schede e negativi di Leptis Magna (principale sito archeologico della Libia) realizzati da Fabrizio Clerici per la stampa del volume Leptis Magna del 1963, solo in parte pubblicati.
PROGETTO ADABB
Il Progetto ADABB
ADABB (Archivio Digitale Aumentato Bianchi Bandinelli) è un progetto vincitore nel 2021 del Bando per progetti di alta formazione attraverso assegni di ricerca della Regione Toscana. Il progetto è stato promosso dal Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena, con responsabile scientifico il Prof. Stefano Camporeale e assegnista di ricerca la Dott.ssa Rossella Pansini. Il progetto ha previsto la digitalizzazione del fondo fotografico Ranuccio Bianchi Bandinelli di proprietà della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, depositato dal 2011 presso l’Archivio di Stato di Siena, e la sua valorizzazione tramite il web. Sono partner principali del progetto: Vernice progetti culturali (con ruolo di valorizzazione del progetto) e l’Archivio di Stato di Siena. Altri partner sono l’Associazione Culturale La Quercia (ex ASMOS) e la Fondazione Musei Senesi.