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Luigi Mussini (1813-1888)

I due Plinii, 1846
olio su tela, cm. 61×80

Il dipinto è stato acquistato dalla Fondazione Mps nel 2006 sul mercato antiquario. E’ datato e firmato al 1846.
La scena è ambientata in aperta campagna, sullo sfondo del golfo di Napoli, all’alba d’una promettente giornata di sole; si distinguono nell’aria tersa, da sinistra a destra, il Vesuvio, il profilo dell’isola di Capri, il bianco agglomerato di una lucente città costiera, un tempietto preceduto da scalinata e ospitante una statua muliebre circondato dalla tipica vegetazione mediterranea. Al centro del dipinto, fra le rovine di un edificio clas­sico, un capitello ionico-corinzio gettato a terra e il frammento della cornice di un frontone, si osservano due personaggi, uno anziano l’altro assai giovane. L’anziano, seduto, lo sguardo rivolto in basso, indica una volpe e un serpente a essa avvinghiato, entrambi privi di vita e stesi al suolo; si tratta di Plinio il Vecchio — Gaio Plinio Secondo —, l’ampia fronte, la nuca pressoché priva dei capel­li, i tratti del volto marcati, l’aria riflessiva del saggio, che illustra all’adolescente, il nipote (e figlio adottivo), Plinio il Giovane — Gaio Cecilio Secondo —, quanto sia accaduto di fronte a loro. L’episodio è databile al 77-79 d. C., il Vecchio conta dunque circa cinquanta­cinque anni, il Giovane ne ha invece tra i sedici e i diciassette. Plinio il Giovane è in piedi, ma in posizione di comodo, le gambe incrocia­te, reclinato su un angolo del diruto edificio, lo sguardo intelligente e attento rivolto devotamente verso lo zio, pronto a trascrivere su un rotolo ogni insegnamento. L’elmo e la daga deposti a terra, inseriti in basso tra i due personaggi, alludono alla mansione militare di Plinio il Vecchio, quale prefetto della flotta imperiale di stanza in Campania. Per quanto rammentato in bibliografia, del dipinto si erano da lungo tempo perse le tracce.